Doposcuola

Il doposcuola si configura come un servizio a forte stampo educativo. Per molti anni esso è stato indicato come luogo dove i ragazzi trovavano uno spazio per eseguire i compiti e venivano spesso seguiti da insegnati in pensione, volontari più o meno giovani a volte non sufficientemente formati. Lavorare con i minori significa mettere in gioco una serie di risorse che vanno trovate sia in una predisposizione naturale verso il rapporto con l’altro ma che non possono esaurirsi in questa. Stare con i minori significa anche possedere una preparazione circa il minore che si concretizza nella conoscenza delle sue caratteristiche psicologiche, delle sue fasi di crescita e non ultimo avere una concezione più ampia dei sistemi all’interno dei quali i minori sono inseriti: la scuola e la famiglia, oltre che possedere competenze circa l’apprendimento.

In quest’ottica riteniamo che il compito del doposcuola non possa esaurirsi semplicemente nello svolgimento dei compiti, attività verso la quale i minori andrebbero condotti nell’ottica dell’autonomia e non della dipendenza/delega dall’adulto e verso l’adulto.
Il compito del doposcuola è profondamente educativo nel senso stretto del termine: “ex-ducere”, tirare fuori dal minore le potenzialità, saperle gestire e farle diventare produttive. Condurre il minore verso l’autonomia è un compito importante, è un compito verso il quale le agenzie educative devono tendere e devono compiere nel pieno rispetto del minore e nell’ottica del lavoro di rete: famiglia-scuola-doposcuola.